3. Resta nella posizione che hai trovato
Questa è una delle istruzioni più complesse. Non appena ti siederai inizierai a sentire diversi punti di discomfort, vorrai cambiare la posizione, proverai prurito, vorrai sistemare i capelli, … Questa è la natura della mente, la cosiddetta mente scimmia: non è mai soddisfatta. Quando chiediamo al corpo di rallentare e stare fermo, noteremo come siamo costantemente abituati a cercare nuove, e presumibilmente migliori, esperienze. Prova a dire gentilmente a te stesso che va bene così, che puoi provare a restare ancora un po’.
4. Resta con il tuo respiro. Sii il tuo respiro.
Respiriamo sempre, ma quando facciamo veramente caso a com’è il nostro respiro? Il respiro è la porta alla meditazione, “l’oggetto della meditazione”. La mente ha bisogno di qualcosa su cui concentrarsi, appunto un oggetto. Il respiro funziona bene perchè è sempre presente. Prova a focalizzarti sulla parola inspiro, mentre inspiri, e sulla parola espiro, mentre espiri. Se la mente vaga, questo non significa che non sai meditare, ma che hai bisogno di praticare ed esercitare l’osservazione del respiro, l’osservazione del qui e ora.
Prova a seguire questi semplici passi e ancor più provate a essere gentili e pazienti con voi stessi cosicché questa pratica possa diventare prima una routine e poi una buona abitudine.
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Articolo scritto per Whirlpool da Federica Caronna,
Insegnante di Vinyasa e Yin Yoga, Somatic Competence® trauma-informed Yoga Teacher